LA RICERCA

La BQT (BioEnergem Quantum Technology) è stata messa a punto avvalendosi delle conoscenze sulla biologia umana più attuali e ad altre più datate relegate a marginalità in termini di ricerca ed applicazione.

Premessa concettuale

Nell’ambito della attività dell’uomo, sia in termini di conoscenza che di operatività, quando si procede allo studio di un sistema prima viene effettuata una analisi globale e successivamente una analisi dei particolari privilegiando, nelle fasi iniziali, l’analisi dell’aspetto prevalente. Lo studio della biologia umana ha definito il sistema “uomo/donna” nelle sue componenti assegnando all’acqua corporea un ruolo prevalente, l’acqua corporea rappresenta circa il 65% del peso totale, le proteine sono circa il 25% e gli altri componenti costitutivi sono circa il 10%.
Se la valutazione del “sistema uomo/donna” avesse seguito il criterio di “studio del sistema prevalente” la ricerca medica avrebbe dovuto orientarsi prima sullo studio dell’acqua corporea e dopo sulle proteine e gli altri elementi costitutivi. La risposta a questa anomalia la si trova nella nostra incapacità a studiare in modo adeguato l’acqua corporea mentre molto più agevole è stato studiare le proteine e gli altri elementi.

Componenti chiave della materia vivente l’idrogeno in prima linea

L’acqua come composto chimico racchiude ancora oggi molti misteri ma quello che si è chiarito, senza ombra di dubbio, è che l’acqua utilizza nelle sue dinamiche reazioni chimiche, fenomeni fisici materia mediati e fenomeni fisici energia mediati (quantici). Se analizziamo la materia che compone l’organismo umano si rileva che oltre il 90% è rappresentato dal carbonio, dall’azoto, dall’ossigeno e dall’idrogeno. Con buona approssimazione si possono definire il carbonio e l’azoto “elementi strutturali”, l’ossigeno “mediatore energetico” e l’idrogeno (protio), l’elemento più piccolo nella tavola periodica di Mendeleev, il jolly tra questi elementi. Si lega infatti al carbonio con quattro molecole, all’azoto con tre molecole ed all’ossigeno con due molecole giocando vari ruoli in funzione della varie tipologie di legame chimico. Nel legame con l’ossigeno, generando prevalentemente acqua, l’idrogeno crea un “egoismo fisico” che fa assumere alla molecola 3D angoli di 105 gradi circa, versus i 109 gradi circa con il carbonio per esempio, questo avviene per l’intervento anche di forze quantiche che consentono all’acqua di acquisire la capacità di manifestare tutti gli straordinari fenomeni ancora motivo di studio. Ritenere l’acqua un semplice “supporto”, come è avvenuto per le proteine nucleari nei confronti del DNA, non può essere più condiviso. Del resto l’aumentare delle conoscenze sulla biologia cellulare può solo confermare questo paradigma, infatti le proteine, quelle da sempre ed ancora oggi studiate maggiormente, nel loro conformarsi entrano in contatto con l’acqua intracellulare i cui elementi, ossigeno ed idrogeno, si trovano spesso in forma dissociata giocando un ruolo dinamico nel folding (piegatura) proteico.
Da questo ne consegue che le proteine possono subire sia in negativo che in positivo l’affetto sia dell’ossigeno e sia, maggiormente, dell’idrogeno. Le proteine umane sono terziarie e quaternarie, questo significa che dopo l’assemblaggio degli aminoacidi ad opera dell’RNA ribosomiale devono subire almeno due effetti folding per diventare terziarie e per diventare quaternarie due terziarie devono legarsi tra loro, essendo l’idrogeno elemento di legame prevalente, questo vale anche per i nucleotidi, ben si può comprendere come il variare anche solo quantitativo di questo elemento in fase instabile, come avviene se si abbassa il Ph, possa risultare determinante nel rendere corretto o meno il folding. Ma anche non riesce difficile comprendere come le caratteristiche fisiche materia-mediata di questo elemento, come dell’ossigeno, possano giocare un ruolo nel determinare la parte idrofobica rispetto a quella idrofilica, condizione essenziale per il folding delle proteine. Più complesso può diventare invece sostenere altre attività di queste molecole partendo dall’assunto della “compartimentalizzazione”, sia della cellula sia degli organi che da esse derivano. Infatti in ambito biologico questa è stata sempre la visione suddividendo il corpo in sistemi ed apparati ed anche la visione clinica del corpo ha operato in questo senso. La membrana cellulare e le strutture organizzate dei vari organi sono ritenuti “limitanti” sotto il profilo biologico lasciando all’apparato vascolare e linfatico ad esempio il compito di connessione per gli apporti necessari. In realtà se l’ottica di visione cambiasse e si prendesse coscienza che le caratteristiche fisiche non materia mediate superano questo limite non sarebbe più così difficile poter comprendere come i segnali possano prescindere dal concetto di “compartimentalizzazione”.

L’acqua: i suoi segreti

E’ proprio l’acqua corporea con le sue dinamiche a determinare questa condizione. Che cosa è l’acqua? Perché possiede caratteristiche che la rendono unica come sostanza? Quale aspetto ha l’acqua? In laboratorio l’acqua può essere creata facendo bruciare l’idrogeno in ossigeno e se consideriamo le conoscenze sull’equilibrio degli elettroni dei diversi livelli energetici ben si comprende come questo fenomeno possa avvenire in una visione lineare. Se analizziamo invece la formazione della molecola d’acqua in visione spaziale troviamo che l’elettrone dell’idrogeno, mentre compie la sua orbita intorno al nucleo, genera una sfera di rotazione, analogo comportamento viene tenuto dagli elettroni dell’atomo di ossigeno che però generano una sfera di rotazione contenente due elettroni, condizione per la quale la prima orbita energetica risulta completa. Questo porta gli altri sei elettroni a formare il secondo orbitale energetico. Gli elettroni del secondo orbitale energetico danno origine a quattro strutture spaziali separate, la prima ha una forma sferica che contiene due elettroni, analogamente a quanto avviene nel primo orbitale energetico, le altre tre hanno una forma a manubrio con posizione spaziale tra loro di 90° generate da singoli elettroni dove in una di esse si va ad inserire l’elettrone residuo completando il doppietto elettronico. Ciascuna di queste tre strutture spaziali deve contenere due elettroni per entrare in equilibrio. Restando quindi incomplete due strutture spaziali a manubrio generate da un singolo elettrone queste sono in grado di accettare ognuna l’elettrone singolo dell’atomo di idrogeno che generata una sfera di rotazione incompleta percorre il primo livello energetico intorno al suo nucleo. Gli elettroni delle due molecole di idrogeno, per inserirsi nelle due strutture spaziali a manubrio dell’ossigeno accettanti e quindi formare la molecola di acqua, necessitano di energia. L’energia necessaria perché il fenomeno si verifichi rende eccitato ed instabile l’atomo di ossigeno generando un processo di ibridazione della struttura spaziale sferica e delle tre strutture spaziali a manubrio del secondo livello energetico, che assumono ognuna una forma a pera con angolo tra di loro di circa 105 gradi, forma finale della molecola d’acqua. Sono le forze elettromagnetiche e quantiche a generare questa forma non lineare. Questa che rappresenta una delle ipotesi tridimensionali della molecola d’acqua genera inoltre nelle strutture una particolare condizione dovuta al nucleo di ossigeno che possiede otto protoni ed al nucleo di idrogeno che possiede un protone. Le nubi elettroniche a carica negativa vengono maggiormente attratte dalla maggior carica positiva del nucleo dell’ossigeno di conseguenza le estremità della molecola contenenti idrogeno conservano una parte di carica positiva mentre le estremità contenenti ossigeno mantengono una parte di carica negativa. Questo fenomeno determina le caratteristiche direzionali della molecola di acqua ed il comportamento globale. Ma questa spiegazione su come si forma la molecola d’acqua, che viene condivisa da più parti, non è basata sulle sole caratteristiche elettriche della visione lineare potendo quindi dare ragione delle azioni magnetico-quantiche che si ritiene entrino in gioco. Lo studio di queste dinamiche può aiutare a comprendere quelli che sono ancora oggi i misteri che l’acqua racchiude.

L’acqua e la chimica un limite concettuale 

Le molecole di acqua, nella visione tradizionale, vengono considerate “molecole semplici”, rispetto ad una qualsivoglia struttura proteica, legate tra di loro da forze elettrostatiche. Queste forze però non riescono a spiegare il perché si possa formare il vapore o perché l’acqua abbia un punto di ebollizione a 100 gradi centigradi. Nella fisica classica in cui esistono atomi e molecole calati in uno “spazio passivo” il loro moto e cambio di configurazione può avvenire solo con apporto esogeno di energia. Nella fisica quantica atomi e molecole non sono calati in uno “spazio passivo” ma nel “vuoto”, inteso non come “il nulla”, in cui, tramite rapporti di energia, avvengono fenomeni oscillatori in grado di modificarne moto e configurazione. In un determinato spazio espansibile, atomi e molecole possono oscillare in fase dando origine ai cosiddetti “domini di coerenza”. L’acqua è un cristallo liquido dipolare con interazioni dipolo indotto dipolo indotto o dipolo istantaneo-dipolo istantaneo potendo diventare dipolo permanente-dipolo permanente come quando assume la struttura del ghiaccio per riduzione di temperatura. Nell’acqua in fase liquida vi sono strutture simili al ghiaccio, che verosimilmente giustificano il mantenimento del dipolo, e strutture più semplici chiamate cluster che possiedono dinamiche meno ordinate rispetto a quelle del ghiaccio e quindi con possibili effetti minori nel mantenimento dell’effetto dipolare. 

L’acqua e le sue caratteristiche biofisiche

Con l’utilizzo di una tecnica spettroscopica basata su sorgenti a laser ultraveloci il Laboratorio Europeo di Spettroscopie Non Lineari (Lens), l’Istituto Nazionale di Ottica-CNR e l’Università di Fisica Fiorentina hanno dimostrato che l’acqua allo stato liquido non assume semplicemente la forma del contenitore ma le due forme sopra descritte. Queste che sono state definite strutture transienti per il loro aggregarsi e disaggregarsi in frazioni infinitesimali di secondo potrebbero spiegare perché la fase solida dell’acqua, il ghiaccio, galleggi sulla fase liquida, unica molecola che manifesta questo fenomeno. La presenza di queste modalità aggregative sono state confermate, anche in modo più evidente, mettendo l’acqua in uno stato metastabile utilizzando acqua particolarmente pura portata ad una temperatura al di sotto del punto di congelamento. Questa doppia modalità aggregativa rende l’acqua un elemento complesso da descrivere attraverso modelli matematici ma potrebbe spiegare le sue caratteristiche anomale rispetto a tutti gli altri liquidi. A seguito di queste osservazioni potrebbe diventare credibile quella che è stata definita “memoria dell’acqua”. Nell’acqua si verifica un fenomeno simile a quello che si descrive per il silicio ultra-puro. Il silicio è un cristallo ed un semiconduttore puro che si comporta praticamente da isolante conducendo in modo risibile la corrente. Il silicio, come il germanio e l’arseniuro di gallio altri semiconduttori, con la aggiunta di impurità (drogaggio) di arsenico, fosforo, gallio o boro ad esempio è reso più conduttivo se sottoposto all’azione di un campo elettrico, con l’esposizione alla luce ed altri mezzi. La conduzione di corrente in un semiconduttore avviene attraverso “elettroni liberi” e “lacune”. Drogare un semiconduttore, come il silicio, con atomi di impurità, come il boro ed il fosforo crea un numero dis-eguale di elettroni liberi e lacune. Questo porta, quando si aggregano gli atomi presenti in un cristallo in cluster di coerenza, per il tramite di specifici impulsi, alla “memorizzazione”. 

L’acqua e la dimostrazione del suo coinvolgimento nelle dinamiche biofisiche

Così facendo la memoria di superficie dei cluster ed i campi elettromagnetici degli atomi stessi con i relativi spin dei loro elettroni assegnano ai cluster la capacità di ricevere informazioni e memorizzarle per poi rilasciarle a condizioni e momenti opportuni. L’acqua, compresa quella degli esseri viventi, è un ottimo conduttore paragonabile funzionalmente al silicio drogato dove si possono evocare domini di coerenza in cui entrano in gioco i cluster delle molecole di acqua che si formano, anche con strutture simile al ghiaccio, grazie ai relativi atomi per il tramite di specifici impulsi. Così facendo la memoria di superficie dei cluster ed i campi elettromagnetici degli atomi stessi con i relativi spin dei loro elettroni, anche per l’acqua analogamente al silicio drogato, assegnano ai cluster la capacità di ricevere informazioni e memorizzarle per rilasciarle al momento opportuno nell’acqua o altro solvente con il quale vengono in contatto e/o in vicinanza. A conferma di questo fenomeno la rivista Journal of Physic nel 2013 ha pubblicato un lavoro di ricerca, condotto da due gruppi di studio distinti, il primo francese, coordinato dal Prof. Luc Montagnier, premio Nobel per la medicina, con i biologi Lavallè e Aissa, ed il secondo italiano, coordinato dal Prof. Emilio Del Giudice, fisico all’ International Institute for Biophotonics di Neuss in Germania, con il dottor Giuseppe Vitiello, del Dipartimento di Matematica ed Informatica dell’Università di Salerno, e con il dottor Alberto Tedeschi, ricercatore della White HB di Milano, nel quale viene dimostrato come alcune sequenze di DNA inducano segnali elettromagnetici di bassa frequenza nella soluzione acquosa altamente diluita in cui sono rilasciate, soluzione che mantiene e rilascia informazioni con le caratteristiche delle sequenze di DNA diluito. Come per il comportamento dei materiali ferromagnetici l’acqua mostra una “memoria” della sua storia che non può essere attribuito alla sola differenza della composizione molecolare tra il materiale magnetizzato e quello normale. A questa conclusione sono arrivati vari ricercatori viste le ormai ampie evidenze fisiche e chimiche che l’acqua manifesta tanto da attribuirle la capacità di palesare un fenomeno simile all’isteresi mediante i cluster in cui si immagazzina l’in-form-azione. Questo avviene a livello sub-atomico ed atomico in ogni luogo in cui l’acqua è presente compresi gli organismi viventi in cui entrano in gioco processi bio-elettronici a bassa frequenza ed intensità, in grado di scatenare anche e non solo le trasmutazioni atomiche a bassa energia, condizionati dai campi elettromagnetici esistenti in ogni particella atomica e condizionati dal campo elettromagnetico terrestre e universale. Su queste conoscenze si basa la nuova scienza della biologia strutturale che modificherà in modo significativo quanto conosciuto in biologia di base. Un esempio di questo nuovo modo di studiare la biologia lo abbiamo dimostrato con la emoglobina sintetica nella quale pur sostituendo numerosi aminoacidi ma mantenendo immutata la struttura tridimensionale la funzione non cambia. Questo fenomeno in vivo può avvenire in quanto l’acqua intracellulare mostra una struttura multistrato complessa. Questo dato strutturale è stato messo in evidenza utilizzando le metodiche di diffrazione a raggi X e di dispersione di neutroni anche con tecnica QENS. Queste evidenze hanno dimostrato che le reazioni biochimiche non possono avvenire per diffusione gratuita. Per la via glicolitica, ad esempio, i metaboliti legati agli enzimi sono incanalati attraverso l’acqua strutturata ed analogamente per le proteine si è dimostrato che è l’interazione della acqua strutturata con le macromolecole biologiche che ne provoca il ripiegamento e quindi la funzione a differenza di quanto creduto, fino ad un recente passato, in cui le proteine ripiegate per altri meccanismi erano dall’acqua semplicemente mantenute nella loro configurazione. Queste evidenze hanno fatto definire l’acqua degli esseri viventi un “Biowater”. 

L’acqua “biofisica” nelle dinamiche biologiche

Questo sistema di “acqua cluster”, che tende nelle cellule a deteriorarsi con il passare del tempo, migliora la trasduzione dei segnali consentendo in tempi più rapidi ad una forma di energia di essere convertita in un’altra, un esempio in questo senso è l’energia luminosa percepita dall’occhio umano che si traduce in segnali elettronici per il cervello. La ricerca in ambito biochimico sta scoprendo che nell’acqua intracellulare sono presenti formazioni di cluster organizzati in strati sovrapposti sulla superficie delle proteine sia di struttura che di funzione. Ed hanno altresì dimostrato che la funzione proteica si realizza e può variare grazie proprio all’interazione proteina acqua strutturata dove sembrerebbe prevalere per l’effetto biologico l’assetto strutturale dell’acqua. Le prove sono state così evidenti e convincenti da far coniare, nell’ambito della ricerca biochimica, il termine Metabolon intendendo con questo termine un cluster metabolicamente attivo. Ben si inserisce in questo nuovo modo di concepire sistema il biologico cellulare il principio del BCS (Bioelectronic Connectional System) per il quale si ritiene che vi sia una continuità funzionale tra il citoscheletro, struttura proteica intracellulare, e le strutture proteiche extracellulari considerate le espressioni morfologiche di un sistema comunicativo coerente e cooperativo tra le cellule mediante interazioni piezo-elettriche, elettromagnetiche indotte da fotoni, quanti di onde, e sonore indotte da fononi quanti di onde, tutte energie che si propagano all’interno del cristallo, nella fattispecie i cluster dell’acqua. L’acqua strutturata agisce nel sistema quindi come un trasduttore indotto da elementi endogeni ed esogeni consentendo al sistema proteico, e non solo, di svolgere in modo ottimale la sua attività biologica che va perdendosi con l’avanzare dell’età per acquisita rigidità dinamica dell’acqua strutturata. In questo senso la riacquisizione di una “adeguata idratazione cluster” cellulare ha consentito un miglioramento di efficienza metabolica. La adeguata idratazione non significa però semplicemente aumentare l’acqua intracellulare ma vuole dire indurre nel contesto dei cluster acquisiti tutti meccanismi ad essi correlati. Quanto espresso dal Dr. John G Watterson ben si correla con questi principi, infatti il concetto di forza e di lavoro nel macroscopico sono applicabili fino al livello molecolare, dove si riscontra peraltro il prevalere delle energie termiche. Energie queste che rendono ancora non comprensibile il rapporto mare-proteina, primo livello della materia vivente, ma che non impediscono di ritenere i cluster dell’acqua gli elementi di legame delle molecole e gli elementi sui quali si esercita la pressione atmosferica definita a questo livello gerarchico “pixel pressione”. Al disotto di questo livello gerarchico prevale la tensione tra le molecole fenomeno che spiega, ad esempio, la stabilità ed il coordinamento motorio che si può evidenziare tramite la coerenza dimostrata dalla cellula intesa come unità funzionale più che come un insieme di processi indipendenti. Questo concetto, per meglio far comprendere il nuovo modo di concepire i processi biologici, visto nel comparto cellulare si sottrae all’assunto della compartimentalizzazione del corpo umano e degli esseri viventi in genere infatti dagli studi effettuati sono emerse concrete evidenze a favore della partecipazione delle molecole d’acqua nel trasferimento di protoni in varie reazioni biochimiche e nel trasferimento, grazie alle risonanze inter-molecolari, di energia fotonica a lunga distanza con efficienza, velocità e senza dissipazione. Fondamentale è comprendere che gli essere viventi sono un sistema aperto composto da numerosi sottosistemi dove se un sottosistema non funziona o funziona male ne risente tutto il complesso. In ambito biologico ogni sottosistema partecipa direttamente o indirettamente all’efficienza delle cellule, dei tessuti, degli organi degli esseri viventi. 

L’acqua: i limiti della visione classica e le conferme dalle esperienze del passato 

Un esempio di quanto prima affermato deriva dalle esperienze aerospaziali che si sono dovute confrontare con una patologia estremamente grave manifestata dai primi astronauti e dovuta all’allontanamento dal campo elettromagnetico pulsante della terra. Gli astronauti al momento della partenza non presentavano alcuna patologia, al loro rientro, oltre a problemi legati prevalentemente all’apparato osteo-muscolare, uno dei maggiori squilibri rilevati era lo “stato da stress ossidativo”. Questo avveniva, come emerso da studi successivi, in quanto gli astronauti venivano privati dell’elettromagnetismo terrestre nel corso della permanenza nello spazio, analogamente all’essere rinchiusi nella “gabbia di Faraday”. Le conseguenze a lungo termine, come evidenziato da studi successivi, poteva portare ad invecchiamento precoce ed all’insorgenza di cancro oltre al decesso per svariate ragioni tra cui prevaleva l’azione negativa sul midollo osseo. Per capire quanto affermato basta sapere che la terra possiede due poli magnetici, il polo nord ed il polo sud, e che tra questi si genera un campo magnetico che avvolge tutta la terra, questo campo magnetico è fondamentale per gli esseri viventi. Il problema dell’allontanamento dalla pulsazione elettromagnetica terrestre è oggi risolto poiché è viene riprodotto artificialmente all’interno delle navicelle spaziali, ma analoga procedura viene attuata anche nei piani più elevati dei grattacieli molto alti. La necessità di essere all’interno del campo elettromagnetico terrestre per mantenere l’organismo nel giusto equilibrio dimostra che lo stesso incide sulle dinamiche dei bio-cluster o metabolon. Le informazioni elettromagnetiche immagazzinate sono parte integrante nella funzione cellulare quindi i bio-cluster devono essere alimentati da informazioni di base corrette e standard per bio-risonanza come avviene grazie al campo elettromagnetico terrestre. Risulta, in base a questi riscontri, meno difficile condividere la tesi che un biocluster esogeno adeguatamente configurato possa favorevolmente incidere sulle dinamiche cellulari potendo mantenere o ripristinare lo stato di equilibrio funzionale. 

L’acqua un “plasma liquido”

Per ottenere quanto sopra indicato si deve partire dal concetto che l’acqua intracorporea sia di fatto un “plasma liquido”. David Bohm facendo ricerche sul plasma, considerato il quarto stato della materia (un gas ionizzato globalmente neutro contenente elettroni ad alta densità’ ed atomi positivi), ha evidenziato che quando gli elettroni strappati ai relativi atomi si trovano nel plasma, non si comportano più’ in maniera individuale ma come insiemi interconnessi cioè come un sistema coerente “pluri-iono-elettronico”. Costituito da particelle cariche al suo interno avvengono moti complessivi in gran parte dovuti alle forze elettriche di lungo raggio che ricreandosi continuamente tendono a mantenere il plasma complessivamente neutro, differentemente dai gas ordinari dove i moti delle particelle sono dovuti a forze elettriche di breve raggio. Queste caratteristiche del plasma lo rendono un buon conduttore di elettricità ed un elemento che reagisce ai campi elettromagnetici. Quando l’acqua, plasma liquido o solvente, viene in contatto con una determinata sostanza introdotta, forza elettrica o soluto, tende a formare “cluster coerenti”, insiemi interconnessi, analogamente al plasma. Questi meccanismi portano, attraverso frequenze di eccitazione collettive, a creare forme di cluster con l’imprinting del soluto che va a stabilizzarsi solo nei campi elettromagnetici degli atomi con modifica degli spin, creando una memoria di superficie. Questo legame solvente-soluto assume uno stato vibrazionale a determinate frequenze modulate potendo mantenere lo stato acquisito rilasciandolo quando si instaura un rapporto di risonanza con altra acqua plasma.

Studio dell’acqua: la tecnologia attuale 

Questo insieme di meccanismi consente di trasferire in sedi di bio-risonanza specifici il solvente in-formato ed il soluto. Per studiare, riscontrare e dimostrare queste frequenze modulanti e modulate bisogna rifarsi alla chimica delle superfici degli aggregati atomici. Per fare questo occorre eseguire spettroscopie ottiche in riflettanza diffusa e luminescenza oppure spettroscopie elettroniche ad alta energia come XPS (Xray Photoelectron Spectroscopy), EXAFS (Extended Xray Absorption Fine Structure) oppure  XANES (Xray Absorption Near Edge Spectroscopy). Ad ulteriore conferma recenti scoperte effettuate dai ricercatori del laboratorio di fluidi complessi e biofisica molecolare dell’Università’ di Milano (Italy), pubblicato su “Science”, hanno dimostrato che l’acqua in cui sono immersi frammenti di DNA ha la tendenza “spontanea” a formare cristalli liquidi, strutture molto ordinate nelle quali le molecole si collocano in modo regolare. I frammenti di DNA tendono a loro volta ad aderire gli uni agli altri formando catene più’ lunghe delle singole molecole, Questo dimostra le proprietà’ di auto organizzazione della materia e potrebbe creare le condizioni per comprendere la nascita nel mondo prebiotico.

I PUNTI DI ARRIVO DI BIOENERGEM

Confortati dalle innumerevoli prove a favore che la ricerca ha dato sulle dinamiche della molecola d’acqua si sono iniziati a valutare i dati più significativi, in riferimento alla sola biologia umana, prendendo come riferimento elementare la cellula. Stante le ricerche più attuali mentre in un passato recente si riteneva che la cellula staminale svolgesse il suo compito biologico prevalente nella vita intra-uterina oggi sappiamo che sono le cellule staminali ad indirizzare tutti gli eventi biologici nel corso della nostra vita. Inizia con i blastomeri, cellule staminali totipotenti, quale evento replicativo dello zigote che si forma dall’incontro ovulo-spermatozoo, e termina con le cellule staminali unipotenti, passando per la differenziazione in pluripotenti e multipotenti, queste ultime spesso presenti nei tessuti e da cui possono derivare due filiere tessutali differenziati, che consentono, per tutta la vita, il ricambio dei nostri tessuti. La cellula staminale tessuto specifica quindi è diventata la cellula da studiare ed eventualmente da curare perché è da essa che deriva l’equilibrio biologico e di funzionamento dell’organo che ne deriva. Si è quindi studiata la bio-risonanza dei diversi tessuti corporei tenendo conto, come parametro aggiuntivo, quanto ad oggi conosciuto sulla bio-risonanza staminale. Impostando quindi una in-form-azione in acqua demineralizzata dinamizzata, attraverso un sistema computerizzato e drogando la stessa con principi attivi scelti in base all’effetto farmacodinamico voluto ed alla caratteristica della stabilità dei cluster indotta si sono create le condizioni per le quali il principio attivo diluito svolga il suo effetto biologico preferenzialmente sui tessuti esprimenti analoga bio-risonanza. La drogatura è stata effettuata con principi attivi ai dosaggi considerati ottimali sotto tutti i profili farmacocinetici garantendo l’appropriatezza dell’effetto desiderato e mantenuto, a nostro avviso, anche grazie all’azione svolta dalla specifica configurazione bio-fisica del solvente.